Galleria Arteoggi, il sogno di un collezionista guidato dalla sua passione per l'arte.

Educarsi al bello. Qualcosa si muove nel campo della pittura e dell'antiquariato.

Molise Oggi (Arte) Campobasso, Aprile 1994. Tratto dall'intervista di Ernesto Saquella al legale rappresentante della galleria Arteoggi, Luigi Zarrilli.

"Ho iniziato a collezionare quadri fin da giovanissimo. Ricordo ancora il primo quadro acquistato, era uno splendido olio di Marcello Scarano; avrò avuto quattordici o forse quindici anni, non di più. Col passare degli anni, la passione cresceva in modo esponenziale portandomi a visitare mostre di ogni genere ed a contattare le più significative gallerie italiane. Debbo molto ai galleristi "storici" di Roma, Napoli e Milano, con i quali sono tuttora legalo da vincoli d'amicizia e di lavoro. Ho conosciuto molti artisti, negli studi dei quali ho passa­to momenti indimenticabili. Debbo esse­re sincero e dire che per me l'aspetto più importante della mia attività di gallerista e proprio questa possibilità d'essere, di vivere, all'interno di un mondo fatto di creatività e di cultura."

Parlaci della galleria "Arteoggi", delle difficoltà come delle soddisfazioni che hai incontrato in questi primi due anni d'attività.

Un bel giorno mi son reso conto di avere accumulato una cospicua quantità di opere, soprattutto oli e grafiche così decisi di aprire uno spazio espositivo per condividere questa mia ricchezza con altri. Vorrei sottolineare che è stata una decisione in cui la componente passionale è stata decisamente predominante. Così sono andato alla ricerca di un locale che fosse degno di ospitare una galleria, magari a discapi­to di un concetto di centralità a tutti i costi. In questo, confortato dai consigli e dall'esperienza di grandi galleristi che operano in defilati e discreti spazi che spesso sono degli appartamenti.


Quali sono gli artisti più significativi presenti in galleria?

Tra i più importanti citerei Sergio Vacchi. Remo Brindisi, Franz Borghese, Athos Faccincani, Piero Dorazio, Mario Schifano, Ernesto Treccani, Renzo Vespignani, Franco Gentili ed altri. Naturalmente tratto anche opere di artisti molisani come Antonio Pettinicchi, Marcello Scarano, Leo Pa­glione, Nino Barone o Demetrio Spina ed altri ancora.

Hai appena dichiarato di aver voluto inaugurare la galleria ponendo accanto alle tele una selezione di mobili d'antiquariato. Perchè questa scelta?

Molto semplicemente perché amo alla stessa maniera una tela di Schifano, o di Barone come un vetro di Murano, una coppa argentea o questo splendido diva­no Luigi Filippo, su cui stiamo comodamente seduti. Come non rimanere affascinati da una scrivania fran­cese "Voltaire" o da una nostrana consolle del primo ottocento. Poi, a Campobas­so non esistevano, all'epoca, molte occa­sioni per vedere oggetti e mobili antichi. Insomma, tutto nasce dalla passione e dalla conseguenziale voglia dì condivi­dere con i molisani questa passione per il bello : sia esso quadro di un artista contemporaneo che un pezzo d'antiquariato. Sicuramente ho scommesso sulla passio­ne e sull'amicizia di altri molisani perché se una galleria non vende, giocoforza è destinata a chiudere. Invece, sono il pri­mo ad essere sorpreso, i collezionisti stanno rispondendo con molto interesse. Dopo due anni di attività ammetto di essere soddisfatto per l'af­fluenza sia nella sede della galleria che presso mostre allestite in altri luoghi.


L'ultima mostra?

Quella tenuta presso la Galleria Comunale di Campobasso. Comunque, tornando alla mia galleria, ho inteso prevedere una occasione di "avvicinamento” all'arte con opere grafiche che fossero alla portata un po' di tutti. Si parte dalle cinquantamila lire, che considero una cifra spendibile anche da uno studente.

In tempi di crisi generale, economica ed occupazionale, quali ripercussioni vi sono nel mondo dell'arte? A Campo­basso si sente la crisi?

Il mercato dell'arte è il luogo della quali­tà. Chi acquista una litografia di Piero Dorazio si "porta a casa" un pezzo della più recente storia dell'arte. Le opere d'arte, espressione della cultura contemporanea non temono l'inflazione né la crisi economica. Peraltro il collezionismo è anche un modo per porre un piccolo (o grande) capitale al riparo del­l'attuale tempesta economica. Ci sono collezionisti che acquistano per i figli, scommettendo sul valore culturale di alcuni artisti emergenti che oggi sono quotati 10 e che fra vent'anni varranno 1000 e forse di più. I giovani talenti sono un ottimo investimento sul medio-lungo periodo, non richiedono un proibitivo capitale iniziale e rendono possibile ave­re sulle pareti di casa una tela di un metro per un metro spendendo la stessa cifra necessaria per una serigrafia di Schifano di pari formato. La galleria è il luogo deputato per innescare un processo di valorizzazione dei giovani talenti. Il luo­go d'incontro tra produzione artistica di grande qualità ed un intelligente colle­zionismo.


Quali sono i programmi per il nuovo anno?

Nel corso del 1994 organizzerò quattro personali di altrettanti artisti italiani di livello nazionale. Due di quegli sono molisani, ma non dirò i nomi per non togliere il gusto della sorpresa.... Inoltre, ho intenzione di in­serire in galleria dell'oggettistica, sem­pre d'epoca. Sicuramente continuerò a proporre l'ormai tradizionale selezione di grafica d'autore che, come dicevo, e una occa­sione per incontrare un pubblico più va­sto. Ricordo sempre d'essere stato quel ragazzino quindicenne che, a costo di enormi sacrifici, aveva acquistato un olio di Marcello Scarano.

 
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Una mostra in onore di Marcello Scarano. Il primo quadro l'ho comprato quando avevo 14 anni.

Tratto dall'intervista di Campobasso TV. 22/12/2018.

“Sono un appassionato d’arte e nel corso degli anni ho accumulato circa 180 quadri di Marcello Scarano. Il primo quadro di Scarano l’ho acquistato quando avevo 14 anni, oggi ne ho 67. Ho deciso di aprire questa mostra per far conoscere anche ai giovanissimi questo grande artista. In passato sono state allestite anche altre mostre su Marcello Scarano ma mai nessuna con un numero così ampio di opere”.

Questa mostra nasce grazie al suo impegno personale, non ha ricevuto aiuti o patrocini da enti pubblici?

Non ho avuto né ho voluto chiedere nessun aiuto. È una mia iniziativa personale che ho deciso di intraprendere senza ricevere alcun contributo pubblico.


Come nasce questa sua passione nei confronti dell’arte di Scarano?

Credo che il motivo principale sia l’amore per il Molise, un amore che anche io condivido. Tanti pittori hanno provato a dipingere i nostri usi e costumi ma nessuno è riuscito a cogliere l’essenza della nostra tradizione come ha fatto Marcello Scarano. Riusciva a rendere chiara e reale la storia del Molise. Ha saputo cogliere e imprimere su tela l’anima più vera della nostra regione. Esiste un’affinità di vedute tra noi due, sul modo di concepisce il Molise e di rendergli omaggio, raccontando la sua bellezza e il calore delle tradizioni.


Chi era Marcello Scarano?

Marcello Scarano è nato a Siena nel 1901 perché la famiglia si era trasferita per seguire il padre che era un professore di letteratura molto importante. I genitori erano nativi di Trivento. Dopo l’infanzia e l’adolescenza a Siena, nel 1918 torna a Campobasso dove frequenta i corsi di pittura di Nicola Biondi e comincia a partecipare ad alcune mostre. Nel 1922 a Roma frequenta gli artisti e i luoghi di ritrovo degli intellettuali. La prima mostra personale è del 1926, a Campobasso, seguita dalla seconda nell’anno successivo.

Quali sono i principali temi trattati nella sua produzione artistica?

Scarano dipingeva soprattutto splendidi paesaggi molisani e scene di vita quotidiana. Era innamorato della sua terra. Si è dedicato anche all’arte sacra, alle nature morte, ai nudi e ai ritratti. Ma era soprattutto un pittore di paesaggi. Era un autodidatta, non ha mai studiato arte. A dire il vero non ha concluso l’università perché ha voluto dedicare la sua vita alla pittura. Era un personaggio interessante, un artista bohémien. Nonostante fosse di famiglia benestante, il padre era Nicola Scarano, autore di alcuni commenti alla Divina Commedia, non ha voluto seguire le orme del padre e ha rinunciato agli studi universitari per seguire la sua vocazione artistica. Viveva vendendo le sue opere per far fronte alle piccole spese, per pagare i conti, per una bottiglia di vino.


Il talento artistico di Marcello Scarano è riconosciuto anche a livello nazionale?

Purtroppo non molto, in quanto pur avendo avuto delle opportunità di ottenere fama e riconoscimenti ha deciso di far ritorno alla sua terra d’origine, tanto era grande in lui l’amore per il Molise. Dal 1922 al 1925 infatti si trasferisce a Roma ed entra a far parte del gruppo dei famosi pittori romani tra cui ricordiamo i nomi di Scipione, Mafai, Stradone, Omiccioli, tutti artisti che oggi sono famosissimi. Scarano è stato riscoperto dopo la sua morte, come succede a molti artisti.

Coperina libro di M. Scarano copia
Quali sono le caratteristiche che contraddistinguono la sua opera?

Secondo la mia opinione personale si ispirava al Realismo e per quanto riguarda l’arte sacra si rifaceva un po’ a Marc Chagall con questi angeli in volo che scendono dal cielo. Mentre sull’uso del colore direi che le sue sono soprattutto preferenze di tipo personale. Non sempre i colori rispecchiano gli stati d’animo. Sono un po’ scettico su chi dice che ad ogni colore corrisponde un’emozione o una sensazione, credo che si tratti soprattutto di preferenze personali.


Parliamo invece di Gino Zarrilli, gallerista e collezionista d’arte. Come nasce questa sua passione?

Negli anni ho fatto altri lavori, ho insegnato alla scuola alberghiera però da ragazzino mi divertivo a dipingere. Il mio professore di scuola e pittore Walter Genua, che purtroppo non c’è più, consigliò a mio padre di mandarmi al liceo artistico ma al tempo a Campobasso non c’era. Bisognava andare o a Roma o a Napoli. Purtroppo non avendo la possibilità di andare a studiare fuori regione ho fatto un’altra scuola e mi è rimasta questa passione per l’arte. A 14 anni è nata questa passione per Marcello Scarano, ho iniziato a comprare i suoi quadri fino ad arrivare al punto di voler aprire una galleria. La prima l’ho aperta a via Gioberti nel 1992, poi anche in altri posti. Adesso ho una casa in campagna adibita a galleria e ora sono venuto al centro per questa mostra.


Come sta andando la mostra? Sta avendo riscontro da parte del pubblico?

Moltissimo. Sto avendo un sacco di visitatori, anche giovani, infatti voglio proseguire oltre il 31 gennaio. Sono soddisfatto perché molti non ne avevano mai sentito parlare prima. Scarano è sconosciuto soprattutto tra i giovani che però visitando la mostra imparano subito ad apprezzarlo e a riconoscerne il valore artistico. Mentre tra le persone di una certa età, soprattutto campobassani, è famosissimo. Tutti in casa hanno almeno un quadro di Marcello Scarano”.

 
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